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La Storia di Bruce Lee
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LIXIAOLONG
(nome cinese originale) ma conosciuto come BRUCEE LEE, nato a S. Francisco il 27 novembre
1940, il maestro di tutti i maestri mai esistiti fu subito famoso per la sua vocazione
alle vere arti marziali già alletà di 13 anni nel 1953, fu portato da suo padre a
praticare il WING-CHUN da un già ben noto maestro di nome YIP MAN che riconobbe subito in
lui una vera dotazione per questa disciplina marziale che, come vedremo in seguito sarà
il trampolino di lancio per il suo JEET KUNE DO. Tramite William Cheung, studente di sifu
YIP MAN continuò fino ai 18 anni e fino al 1959, anno in cui partì per lAmerica
sotto la spinta del padre Li Hoi Chuen.
Grazie al suo impegno, ebbe successo nello sviluppare un proprio stile basato su movimenti
rapidi di gambe, e prima di girare ogni scena, sul set si poteva assistere
alleleganza dei suoi movimenti e alla splendida e miracolosa forza e
spregiudicatezza che solo la natura poteva aver donato a questo divino atleta. Ciò
succedeva fortunatamente, perché sul set come detto, prima di iniziare le riprese dei
suoi già ben noti films egli praticava scambi tecnici per decidere i movimenti con i
quali si giravano le scene da lui architettate, altre volte i secondi personaggi, non
avendo quella maestria e propensione maturate, facevano fatica a seguirlo sul set, e di
conseguenza, a rispondergli colpo su colpo. Così quando i sui films arrivarono in
occidente, quello che più aveva sorpreso gli spettatori erano i suoi calci.
Era una cosa mai vista prima ad ora poiché tutti erano stati abituati a vedere
incontri di pugilato e semplici scazzottate, vuote e senza significato. Finalmente si
poteva osservare qualcuno che sapeva lottare di gambe con abilità maestosa e
semplicemente come bere un bicchiere dacqua. Cosicché Bruce riuscì a diventare una
vera celebrità grazie anche alla possibilità che le case cinematografiche, prima
scettiche poi convinte del suo vero talento gli offrivano. Fra una ripresa e laltra
Lee riuscì ad avere non solo tempo da dedicare alla sua famigliama soprattutto quello per
perfezionare uno stile di combattimento che avrebbe sfruttato colpi non solo da breve
distanza ma anche da media o più lunga distanza. Approfondì parecchio,dedicandogli tutta
la sua vita,lo studio delle tecniche e della filosofia di cui era laureato.
Sviluppò diversi concetti filosofici che ancora oggi sono alla base del nostro
stile,il JEET KUNE DO. Egli diceva che alcune arti marziali sono molto popolari e belle da
vedere, caratterizzate da tecniche,fluenti,scorrevoli. Ma attenzione!esse sono come un
vino che estato annacquato; non é un vino buono,un prodotto genuino. Altre
fanno meno figura, però come sai,hanno un non so che,un tocco di autenticità,il
sapore della genuinità. Oppure altre frasi filosofiche come per esempio il fatto di
essere come lacqua per poter adattarsi al 100% al nostro avversario; Oppure di
riuscire a svuotare la nostra mente e non pensare allesito dellincontro,cioè
di come sarebbe finito;bisogna saper perdere o vincere,non importa. E grazie per
esempio al fatto che un giorno a causa di un allenamento per la schiena errato,stirò
malamente un tendine e dovette rinunciare alla sua favolosa attività per la durata di 6
mesi restando completamente immobilizzato su una sedia. Scrisse tutto il materiale che ci
è oggi pervenuto e che era già in parte esistente nella sua biblioteca. Nel 1967.
partecipò al campionato internazionale di long beach. La sua apparizione fu come un
fulmine a ciel sereno,esibendo il pugno famoso (pugno inarrestabile) con il campione del
mondo di karate USA vic moore, dove Bruce lo sfidava tutte le volte a farsi bloccare il
suo micidiale pugno,a quella velocità e intensità.
Ebbene su otto tentativi sferrati da Bruce, moore non riuscì a bloccarne nemmeno uno di
quei pugni. Il continuo processo di evoluzione del JKD culminò quando dopo il lungo
stop che lo tenne a letto come già detto prima,iniziò una intensa attività di
elaborazione filosofica e metodologica, e a seguito di ciò completò la sua filosofia.
Assenza di stile, assenza di maestri. ma soprattutto assenza di metodi.(NESSUN METODO COME
METODO).
Credeva che un combattimento reale fosse molto animato e dinamico. Poiché in situazione
di cambio continuo, non era possibile contare su schemi e tecniche prestabilite in un
combattimento che avesse un minimo di confronto reale, diceva: io non ho inventato uno
stile,non ho composto ne modificato ciò che si trova allinterno di distinte Forme
in quel metodo in quellaltro. Al contrario, spero di liberare i
miei seguaci dallaggrapparsi a stili, modelli, o forme prestabilite. Infine egli
diceva: il JKD è solo un nome usato, uno specchio nel quale vedere noi stessi, non è una
istituzione o altro.
O si capisce o non si capisce. Non vi è alcun mistero nel nostro stile, poiché i
movimenti sono diretti,semplici e non classici; La sua straordinaria forza consiste solo
nella sua semplicità, morbidezza e in un minimo di movimenti energici. Ma nel maggio 1973
si verifica ciò che noi seguaci e devoti allievi non avremmo mai voluto che si
verificasse: un segno premonitore; Bruce ebbe un collasso negli studi golden haruest
mentre si procedeva al doppiaggio del film I TRE DELLOPERAZIONE DRAGO. Fu colto da
vomito, febbre altissima, forti convulsioni. Fu trasportato durgenza in ospedale e
il dottor WU (neurochirurgo) riscontrò un edema cerebrale. Gli furono somministrati
farmaci fra i quali il manithol, un medicinale che gli ridusse il gonfiore al cervello.
Ciò gli salvò la vita,ma non fu lultima volta. Nel giorno della sua morte Bruce
non accusò nessun sintomo ricollegabile al precedente collasso avuto a maggio.
Bruce poi incontrò il suo produttore alle 14:00 a casa sua per discutere circa il
suo ultimo film, GAME OF DEAT, (Lultimo combattimento di chen), e ciò si protrasse
fino alle 16:00. Poi, si recarono insieme a casa di Betty Ting Pei, attrice
Taiwanese. I tre controllarono la sceneggiatura, e visto che Bruce non si sentiva bene,
Chow se ne andò per primo allappuntamento. Poco tempo dopo, Bruce avrebbe chiesto a
Pei qualcosa per lemicrania. Lei lo accontentò e fu li che Bruce si coricò cadendo
in coma profondo senza mai più risvegliarsi.
Fu così che il più grande maestro di tutti i tempi morì a Hong Kong il 20 maggio
1973 a soli 33 anni lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile,e la certezza che ancora
oggi tenga viva la sua fiamma con questo meraviglioso stile, ringraziandolo per sempre per
tutto ciò che ci viene tramandato ancora oggi. |
ore di un si |
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